Pochi titoli
hanno la possibilità di sconvolgere e modificare le aspettative dei
videogiocatori, diventando dei veri e propri must. Grand Theft Auto è uno di
questi: sedici anni sono passati da quando uscì per la prima volta sugli
scaffali il primo capitolo, nel 1997.
Da quel
momento c’è stata una vera e propria consacrazione della serie: GTA è attualmente
una delle saghe più vendute al mondo ed è conosciuto – nel bene e nel male –
anche da chi non ha mai sfiorato una console.
Il 2001 è stato certamente un anno fondamentale: sancì infatti la trasposizione
di GTA dal 2D al 3D con GTA III, stravolgendo molte delle convinzioni
videoludiche dei giocatori. Qualche anno dopo, Rockstar scompaginò l’assetto
videoludico da lei stessa creato proponendoci Grand Theft Auto: Vice City e San
Andreas, i quali elevarono ancora di più l’esperienza narrativa e videoludica.
L’unico
titolo a non aver convinto il pubblico è purtroppo GTA IV, che nonostante
proponesse un’ambientazione odierna dava poca libertà al giocatore con una
mappa non alle altezze delle aspettative.
Ora Rockstar
ci riprova con GTA V: riuscirà a soddisfare le aspettative dei fan?
In Grand Theft
Auto V (per la prima volta) vestiremo i panni di
tre personaggi: Michael, uomo di mezza età ed ex-criminale di grande fama, Franklin,
uomo di colore che fa l’agente di riscossione crediti per conto di una
concessionaria d'auto di lusso e Trevor, un drogato psicopatico con indole
aggressiva e distruttiva. Fanno da sfondo gli splendidi e vasti paesaggi di Vinewood
e Los Santos, ricostruzioni più o meno fedeli di Hollywood e Los Angeles (che
abbiamo già conosciuto in GTA: SA) nel quale verrete trascinati senza problemi per più di 30 ore di gioco.
I protagonisti, chiaramente ispirati a personaggi come CJ e Tommy Vercetti, hanno dalla loro un forte carisma e un profilo psicologico
delineato. La somiglianza, però, viene presto dimenticata grazie all’ottima prestazione recitativa e
all’ormai classico Humor Rockstar che rende interessante la trama fin dai primi
minuti di gioco.
La realizzazione di tre personaggi ha reso possibile anche un abbattimento
concreto dei tempi morti, con un miglioramento del dinamismo. Le
missioni non sono più spostamento da A a B, ma risultano più variabili e fresche.
In
poche parole, quindi, potete stare tranquilli: tutte le sbavature
che rendevano le missioni noiose o stressanti sono state eliminate.
Ammazzare
non è mai stato così divertente
Con GTA V, Rockstar è finalmente riuscita a scrollarsi di dosso l’approssimazione che si
portava dietro da anni: ora le sezioni di sparatoria sono credibili e ben
riuscite e il controllo dei personaggi molto meno macchinoso. Il sistema di
puntamento, pur imitando i modelli dei TPS di ultima generazione, funziona in
maniera più che discreta e le coperture, studiate
alla perfezione, danno un sapore che già pensa nextgen.
Ammazzare in
GTA non è mai stato così divertente, e ve ne accorgerete appena prenderete in
mano una pistola o inizierete a picchiare un passante a mani nude (sappiamo che
lo farete!)
Anche le
gare automobilistiche sono state arricchite ed ottimizzate, ma se cercate un gioco
nella quale gareggiare esclusivamente con i motori, andate altrove.
Come nel
capitolo precedente, anche in GTA V il telefono cellulare è un elemento di necessaria
importanza per missioni e attività secondarie, e ognuno dei protagonisti ne
avrà uno personale: non avrete problemi quindi a chiamare un amico, cercare missioni secondarie oppure giocherellare con le suonerie.
La città è viva
Inutile
negarlo. GTA V punta al perfezione degli ambienti, alla riproduzione
fedele dei monumenti, delle attrattive e della popolazione.
E Rockstar è
riuscita nell’intento: maniacale la cura al particolare, sbalorditivo vivere dentro la città. Senza neanche accorgervene, tralascerete la trama girovagando
senza meta con l’auto, in moto o perfino a piedi per ammirare ciò che vi sta
attorno, e subito vi accorgerete che anche la popolazione cambia e si comporta
a seconda del posto in cui vi trovate o a seconda delle intemperie.
Si potrebbe
continuare per ore a parlare di tutti i particolari presenti perché GTA V è un universo coerente a se stesso, e Rockstar lo fa
notare ogni volta.
Interessanti
anche le attività collaterali che si possono intraprendere nel tempo libero:
dal guardare la girovagare su internet, per passare ad una serata a bere.
Possibile anche, andare alla ricerca di segreti o Easter Egg (alieni e mostri sono lì ad aspettarvi). È quasi
un torto spoilerarvi quello che si può fare, quindi lasciamo a voi l’onere di
scoprirli tutti.
E se la città è così viva, non ci immaginiamo come potrà comportarsi il Multiplayer Online, del quale faremo un approfondimento i primi di ottobre.
E se la città è così viva, non ci immaginiamo come potrà comportarsi il Multiplayer Online, del quale faremo un approfondimento i primi di ottobre.
GTA V, sotto
questo punto di vista, sembra infinito.
La cura
maniacale per il dettaglio si ripercuote anche sull'impatto visivo.
Il motore grafico, riscritto totalmente, sfoggia modelli poligonali al limite
del fotorealismo, ricchissimi e curati sotto ogni minimo aspetto. Ogni persona
su schermo è diversa, i monumenti e le attrattive sono praticamente
uguali all’originale, le auto ricalcano in maniera eccelsa i loro fratelli
reali e gli shader riproducono fedelmente ogni tipo di superficie, compresa l’acqua.
Anche la fisica
è stata migliorata: i piccoli problemi durante le collisioni con le altre auto
e alcune imprecisioni sui movimenti dei protagonisti sono stati eliminati.
Come ciliegina sulla torta, l’enorme scelta musicale che viene data al giocatore: Rockstar ci ha abituato bene, ma questa volta fin troppo. Ci sono così tante canzoni che sembra di ascoltare davvero una radio.
Difficilmente vi accorgerete di aver ascoltato due volte la stessa canzone.
Difficilmente vi accorgerete di aver ascoltato due volte la stessa canzone.
La Grande R dipinge
uno spaccato della società americana in un contesto vivo e reale, con i suoi pregi e difetti, non lascia nulla al caso e pretende che tutti guardino la
canzonatura di una società piena di contraddizioni.
GTA V, più che un
videogioco, è uno sguardo ironico alla collettività, riesce con una
fotografia a immortalare tutti i nostri vizi e, in minima parte, anche le
nostre virtù.
Grand Theft Auto V è di sicuro il canto del cigno di una generazione che poco
ha dato ma che tanto avrebbe potuto dare: Rockstar ci ha lasciato in eredità un titolo che ben fa capire le potenzialità della nextgen.
Voto: 9.8
Questo, è, a
grandi linee, quello che leggerete fra meno di un mese su tutti i siti di
videogiochi italiani. Le parole non saranno le stesse, qualche concetto
cambierà, ma state certi che più o meno sarà quanto avete letto.
Ricordatevi i titoli, le belle parole spese completamente ad occhi chiusi, e fra un mese tornate qui a dirmi se ho sbagliato: ché quando un gioco alimenta così tanto Hype (e soprattutto, spende così tanto
in termini di pubblicità), anche fosse il gioco più brutto del mondo, non
potrebbe mai venir stroncato, neppure di poco.
Ché lo sai, che figura ci farebbero, quelli che hanno venduto spazi
pubblicitari se poi scrivessero che il gioco è una merda?
Perché il gioco potrà essere pure ‘na figata stratosferica, ma per i recensori "mainstream" lo deve essere a prescindere.
N.B. Non ho giocato a GTA V, tantomeno l’ho provato. Ho semplicemente scritto una recensione ipotetica di quello che, secondo me, verrà scritto.
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