Tra noia a pacchi e serie tv che non guardo più nemmeno in streaming (arriverà, prossima settimana, un riassuntone dei tipo 10 episodi che non ho recensito), eccoci qui ai nostri fantasmagorici sette. Questa settimana parliamo di 883, di quel gruppetto anni 90' che ti ha accompagnato nell'infanzia al posto di altra roba di merda che ascoltavi lo stesso e te ne vantavi anche. Sette canzoni, sette ricordi, sette perché. Probabilmente gli 883 ti piacciono così tanto proprio per un motivo ben preciso: Max era uno sfigato. Repetto lo seguiva a ruota. Poi uno dei due si è redento e l'ha lasciato lì, da solo. Però anche tu sei uno sfigato, e tra sfigati ci si intende, quindi eccoti lì ad ascoltarti tutte le pare di Pezzali. Poi, ormai non dobbiamo più preoccuparci (musica commerciale! Venduto! Venduto! Sei un venduto, Pandemion!) perché, gli 883, li ascoltavamo tutti, anche i cani... Sbem, incominciamo a stilare la classifica? Incominciamo... [...]
Fuori Concorso - il trio della fatalità: La dura legge del Gol/ Innamorare tanto/ T.P.S.
Questa canzone parla di un gruppo di ragazzi tristissimi e presi male. Allora si alza uno e gli fa capire che sono davvero sfigati e fanno bene ad essere presi male, perché se li hanno buttati via c'è pure un motivo. In pratica questi vivono in un bar chiuso dove parlano di calcio applicato alle donne. "Noi giochiamo meglio ma gli altri fanno gol. Ma noi giochiamo meglio, eh..." Un buon modo per autoconvincersi. Alla fine hanno convinto anche me...
Alla fine infatti ti convinci davvero che puoi farcela anche tu, e allora parti in quarta. Solo, una cosa. Ti manca una cosa. Non sai fare un cazzo. Non sei Superman, non sai guidare gli aerei, non sai mettere a posto nemmeno un'automobile messa male. Proprio un cazzo. E allora come fai a conquistare la tua lei? Cioè, come fai? Con una canzone così. Ché i tuoi amici poi se ne vanno via a fine canzone per l'ennesima cazzata...
Ok, ce l'hai fatta, l'hai conquistata, finalmente. Avete concluso, tutto bene, la sfiga se ne sta andando, no? Via, vola? No, no. Lei ti lascia per un altro, e allora tu, sì, certo, da sfigato quale sei, la insulti con un'altra canzone. Beh, fossi stato in Pezza, l'avrei fatto anche io... Un po' la ragione dalla sua ce l'ha. Vaffanculo alle tue banalità e stacci male con quello nel letto insieme a te. Troia.
7. La regola dell'amico
Prima c'era la regola dell'amico, ora mi sa che non viene più rispettata. Cioè, come Montesiana parola ci insegna, ci sono troppi corpi da scopaggio in questo mondo. Max ci insegnava il contrario. Non concluderai mai con una tua amica, bello. A meno che tu non sia figo e coi soldi. Ma tu non sei né figo né coi soldi. Quindi, ciccia. Tornatene a casa. Max, ho qualche amica che di questa regola se ne frega e va in giro reclamando numeri di ragazzi per schiacciare. L'ultima volta se ne vantava anche...
6. La lunga estate caldissima
Estate duemiladieci. Impazzava la canzone di Shakira, quella roba imballabile che ormai ballo ogni anno. Invece, noi, bellamente di quella canzone ce ne fregammo (ma neanche così tanto, se dopo due anni la balli ancora, Pande') e cantammo la lunga estate caldissima perfino alla finale dei mondiali. Dopo la finale dei mondiali, ché il karaoke era sullo stesso maxischermo dove trasmettevano la partita e ci avrebbero linciato. La lunga estate caldissima, la ascolti ed è sempre attuale. In pratica è il titolo di apertura di ogni edizione di studio aperto da almeno dieci anni... sempre, ogni volta, l'estate più calda del secolo.
5. Non ti passa +
"Bello, non ti passa più, te la sei voluta tu, vuoi la bicicletta e poi... Pedalare e cazzi tuoi!" Ecco, che devi ancora commentare? Si commenta da sé. Perché tutti, almeno una volta, ci passano tristemente. Gli 883 erano bravi in questo: te la sbattevano lì, la voglia di avere una ragazza. Innamorati, provaci, dai, dai, ce la fai, ancora un po', no, un po' più a destra. Ecco, così sei perfetto. Poi però ti facevano capire, in ogni modo - dopo aver sofferto, ovviamente- di darti a qualche altro hobby. Chessò, tipo a scrivere musica commerciale.
4. La rana e lo scorpione
Merita di essere sentita, 'sta canzone. Non tanto per il testo, per la musica, ma bisogna sentirla. È una canzone dai mille significati. E poi, la struttura della canzone è diversa dal solito, una favola dentro una canzone. Poi ti senti un po' come uno specchio... E con gli 883 di solito non succede. Si aggiudica, quindi, il quarto posto.
3. La regina del celebrità
Podio. La regina del celebrità era la mia canzone preferita da bambino. La sapevo a memoria, e la so a memoria ancora adesso. Parla di questi ragazzi sfigati (strano, parla di sfigati? Mai successo nelle canzoni degli 883) che si perdono per una sorta di cubista. Poi dopo tanti anni la rivede, lì, con suo figlio, e col marito. Anche le cubiste hanno una vita... Anche le cubiste. È comunque carina, come canzone, e per questo si affibbia il terzo posto. Medaglia di bronzo!
2. Come mai
C'è stata una folle lotta per prendere l'oro ma come mai non ha vinto. Giuri, ci è rimasta male. La canzone di chi s'innamora. La canzone (forse) più famosa degli 883, dopo ad hanno ucciso l'uomo ragno. È famosa, mapperché? Perché ti ci rispecchi sempre, per quella lì che hai conosciuto alle scuole superiori e ti ci sei preso malissimo, il primo amore, e tutte le menate da liceo. Che poi, io, al liceo, ci sto ancora. Ed infatti 'sta canzone l'ho rivalutata da poco... Medaglia d'argento!
1. Con un deca
La lotta per l'oro l'ha vinta lei. Con un deca. Magari una mia compagna l'avrebbe anche potuto scommettere, dato che gliela cantavo ogni giorno a cappella, in classe. "Con un deCAA non si può andar viaaaaaaaaa! Non ci baSTAAA neanche in pizzeria!" La canzone che rispecchia tutte le compagnie di amici, anche ora, anche adesso. Dove andiamo? Che facciamo? Ed è ancora così, dopo (ormai) vent'anni. Con un deca, però, ora non ci fa manco più il pieno. La situazione va peggiorando forte.
È questa la bellezza degli 883: le loro canzoni, le ascolti ora e ti ci rispecchi sempre. Per questo mi piacciono così tanto: non è il mio genere, ma sono canzoni ancora così attuali da sentirmi preso in causa. Anche se non avevo l'età per viverle quando sono uscite. Era un pop un po' più pop di quello di adesso. Lo sentivi ed erano canzoni popolari, tutti ci rispecchiavano. Ora, ditemi, che cazzo mi rappresenta una canzone pop del calibro di "Vale tanto vale"? E se mi venite a dire che racconta i problemi dei giovani d'oggi vi ammazzo. E se mi venite a dire che è rock anche. Ma sopratutto se mi venite a dire che è musica...
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