martedì 14 giugno 2016

Le stragi di Orlando vissute da un maturando (YouTuber)


Questo, per me, sarà un bel mese. Probabilmente uno dei più intensi della mia vita.
È il mese della resa dei conti. Ci sono solo io, qui. Metto in ordine i fogli ma anche i pensieri, le domande, le emozioni.
E non è colpa della grande incognita maturità, ma di tutto ciò che c’è attorno. Si percepisce il clima delle grandi occasioni, e ogni serata è ottima per ricordare i tempi passati, per festeggiare. Non è solo la fine della scuola. È la fine di un periodo che non tornerà mai più.
Lo realizzi solo nei 10 giorni precedenti alla prima prova.



Mentre scrivo queste righe, i miei ragazzi stanno affrontando, a loro volta, una delle esperienze più belle che un adolescente possa vivere. Alcuni, per l’ultima volta.
È un rito di passaggio, il campo estivo. Incredibile come in una sola settimana dei ragazzini viziati riescano a cambiare così tanto. A diventare così adulti, così grandi. Mi dispiace non essere lì con loro. Non poter affrontare insieme ciò che abbiamo preparato durante le scorse settimane, sperando funzionasse tutto senza intoppi.

Ma io son qui. E le due stragi di Orlando mi hanno scosso, parecchio.

Prima, l’ennesimo attacco terroristico. 50 persone barbaramente uccise e altrettanti feriti in una discoteca per omosessuali, rivendicato dall’Is (anche se pare non c'entri nulla).
Si è riacceso il dibattito, spento nemmeno qualche mese fa. Risposte semplicistiche a problemi enormi e complicati da risolvere: da una parte non basterà evitare ai migranti di sbarcare, dall’altra non è sufficiente l’inasprimento delle regole per l’acquisto delle armi.


L’uccisione di Christina Grimmie, nata su YouTube e arrivata terza a The Voice, è invece semplicemente assurda. Senza senso. Colpita a sangue freddo da un fanatico non si sa nemmeno per quale ragione.
Devo ammetterlo, non la seguivo. Ma la sento vicina per intenzioni e per attività artistiche. YouTube ci accomuna un po’ tutti, ci sentiamo più simili di quanto in realtà non siamo. Infatti lei cantava (e bene), io faccio vlog del cazzo.
Abbiamo però costruito entrambi, attorno a YouTube, un pezzo importante della nostra vita. La stessa vita a cui, adesso, sto mettendo ordine. Mi sono chiesto: “È proprio questa la società nella quale voglio entrare a far parte? Cosa ne sarà del futuro? Cosa ne sarà della nostra civiltà?” 
Perché non è in un mondo di stragi quello dove voglio entrare. Ho bisogno di certezze, ho bisogno di sapere che i giovani siano meglio di chi c’è oggi. Che sappiano mettere in ordine non solo la propria vita, ma anche un mondo impazzito.

Quando ho iniziato a scrivere ero piuttosto amareggiato e giù di morale. Non sapevo chi potesse rispondermi e darmi certezze. Poi ho alzato lo sguardo, verso la cima alla montagna. Ora, non so se ho incrociato con gli occhi la casa alpina del campo.
Ma ho trovato tutte le risposte che cercavo.

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